La fotografia per raccontare trent’anni di storia in Italia

Spread the love

Fotografia-di-Toni-Del-Tin

Ci sono mille modi per raccontare le vicende che interessano una Nazione, ma probabilmente le immagini costituiscono la forma di comunicazione più forte ed immediata che l’uomo conosca attualmete. Attraverso una collezione, una mostra e un libro dal titolo “Storia della fotografia in Italia”, a cura di Paolo Morello, a Milano, allo Spazio Forma- Centro Internazionale della fotografia, la tematica principale sarà proprio quella di risalire alle radici di un popolo, quello del Belpaese. Fino al prossimo 2 giugno, quindi, sarà possibile ripercorrere un filo o meglio un percorso lungo trenta anni, dal 1945 al 1975 dal dopoguerra fino alla modernizzazione del Paese. Non mancherà il boom economico e la crisi petrolifera.

Il catalogo in questione è edito da Contrasto e fa parte di un gruppo di volumi che considerano la fotografia, il perno che unisce storia, cultura e cambiamenti sociali attraverso i quali si compie l’evoluzione del Paese. Il periodo preso in considerazione, tra l’altro è davvero ricco di novità come pochi. L’immagine è diventata un mezzo per formare ed informare e sono nati i fotoreporter, gli amatori e coloro che studiano i ritratti artistici: tutti sono accomunati dall’adorazione per quest’arte e si sviluppa con prepotente velocità una nuova forma di espressione. La mostra raccoglie stampe originali legate a tale fase.

Come moderni pittori, i fotografi, “dipingono” la realtà leggendo direttamente attraverso le emozioni e suscitando intense sensazioni. In parallelo, i registi nel settore cinematografico, si sono resi conto che il lavoro in un film non è completo senza un direttore della fotografia. Le pellicole ne hanno, via via, guadagnato in qualità e coloro che stanno dietro all’obiettivo in esperienza. Insomma, gli anni ’70 sono stati fondamentali per la fotografia italiana sia a livello nazionale che internazionale e capolavori come “gli italiani si voltano ” o “i fatti di Budapest”, ad esempio, sono diventati indimenticabili testimonianze del patrimonio dello Stivale.

Lascia un commento