Inondazioni in Thailandia: problemi per Nikon

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Non c’è pace per le grandi marche di fotocamere digitali, perchè dopo il terremoto in Giappone a marzo 2011, i mesi dell’autunno hanno portato grandi inondazioni in Thailandia con conseguenti disastri pure per le fabbriche di prodotti fotografici che, guarda caso, avevano dei centri nevralgici anche da queste parti. E’ vero che i colossi del settore sono dislocati un pò ovunque, ancora di più in Oriente, ma di sicuro si sono registrati una serie di eventi sfavorevoli.

In Thailandia nelle scorse settimane ci sono state decine di morti, anzi centinaia e molte aziende hanno dovuto sospendere la produzione o, come Nikon, ad esempio, spostarla. A patire molte conseguenze, poi, pure il mercato degli hard disk. Per il brand questo ha significato, tra l’altro, un notevole ritardo della presentazione della tanto attesa D800 che, a questo punto, non si sa più quando arriverà tra le vetrine dei negozi specializzati.

 

Per tentare di superare il disagio ha incrementato il lavoro in altre parti del mondo anche per scongiurare perdite disastrose. Negli ultimi comunicati, l’azienda giapponese ha confermato che la Rojana Industrial Park è chiusa dallo scorso 6 ottobre visto che si è allagata fino al primo piano e il livello dell’acqua ha raggiunto il metro e mezzo. Si parla già, per il primo trimestre del 2012 di perdite di 65 miliardi di yen e una riduzione dell’utile operativo di 25 miliardi di yen.La produzione delle fotocamere SLR verrà parzialmente ripristinata entro la fine di gennaio, ma prima di marzo 2012 non sarà possibile ricominciare a pieno ritmo. Con le fabbriche dei partner, però, già da subito potrà riprendere a lavorare alle reflex entry level e fotocamere compatte. Le vendite sono tutte puntate adesso sulle nuove Nikon 1, fotocamere mirrorless prodotte negli stabilimenti di Wuxi in Cina e presto, su spera, sulla Nikon D800 attualmente bloccata ma ancora nei pensieri degli appassionati.

 

 

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