Indipendent Foto Festival: Ivrea premia i freelance italiani

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Si conclude oggi l’evento che ha coinvolto la città di Ivrea in tema di fotografia indipendente: da tre giorni, infatti, è di scena la prima edizione dell’Indipendent Foto Festival con le immagini realizzate un pò in tutto il globo dai freelance italiani, che prendono parte alla kermesse. Un progetto molto interessante che ha portato grande entusiasmo ai suoi organizzatori, come conferma pure il suo curatore Luca Nizzoli Toetti:Il filo rosso dell’intera manifestazion è l’attualità. Il taglio fotogiornalistico dei lavori presentati è una scelta netta. Partire dalla realtà, documentata così come accade, per riflettere su alcune questioni fondamentali per chiunque decida di raccontare il mondo attraverso l’obiettivo una macchina fotografica: cosa fotografiamo, come fotografiamo e, soprattutto, perché fotografiamo?”.

In molti hanno aderito al Festival con uno spirito di collaborazione e fornendo il loro migliore materiale: tra di essi cìè pure Pietro Masturzo, diventato noto nel corso di quest’anno nell’ambiente per aver prodotto degli interessanti scatti rubati sui tetti di Teheran, che l’hanno tra l’altro portato a vincere pure il World Press Photo 2009. A tal proposito, il curatore ha continuato: “Masturzo,  è il prototipo del fotografo indipendente che pratica questo mestiere con passione. Per l’Independent Foto Festival ha selezionato alcune immagini tratte dal lavoro sull’Iran premiato lo scorso anno e che saranno proiettate durante la serata del 15 ottobre”.


Ieri, intanto i fotografi hanno accompagnato i visitatori attraverso le istantanee delle cinque mostre presenti al Festival con “Le mostre raccontate dagli autori”. Secondo Nanni Fontana, che si è occupato della “violenza in Honduras”: “E’ una rara occasione di confronto sia per noi fotografi che per i semplici appassionati. Il mio reportage sulle gang giovanili in uno dei Paesi più violenti del mondo esposto accanto a quello di Alessandro Tosatto e Silvia Morara, “I bambini sono in tutto il mondo”, per esempio, offre un ottimo spunto per parlare del senso di questo lavoro”.

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