Il diaframma in fotografia, che cos’è e come funziona

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diaframma

Cliccare sul tasto di scatto di una moderna fotocamera è assolutamente semplice e immediato ma, per ottenere risultati sempre più precisi, è indispensabile conoscere esattamente il suo funzionamento e le parti che la compongono all’interno, in modo da agire con le dovute regolazioni del caso. Se parliamo, ad esempio di diaframma vogliamo indicare un foro di diametro variabile che si trova sistemato all’interno degli obiettivi e regola la luminosità dell’immagine. Lavora di concerto con i tempi di scatto per determinare la quantità totale di luce che raggiunge la pellicola. Tra le altre cose, poi, riguarda la profondità di campo. Oggi anche questa peculiarità della macchine fotografiche ha subito delle modifiche, ma un tempo i primi esempi riguardavano una serie di fori su lastrine che, ogni volta, venivano inserite all’interno dell’obiettivo. Un particolare che i più grandi ricorderanno certamente.

Adesso la sua collocazione è rimasta sempre all’interno dell’obiettivo e, di solito, è formato da molte lamelle mobili che creano fori poligonali di varia grandezza. Una metà di esse è bloccata, mentre l’altra estremità è libera di muoversi. Il sistema è anche chiamato diaframma ad iride. Se ne trovano pure di molto semplici, magari quelli per le compatte che sono formati da due lamelle soltanto che creano aperture romboidali. Insomma, è facile capire che queste sono importanti e quante più ne sono inserite tanto più la fotocamera sarà affidabile, sofisticata e in grado di realizzate ottime fotografie. Ovviamente, non è solo questa la peculiarità che indica la precisione di una macchina.

Se si acquista un obiettivo, magari usato, bisogna controllare la regolarità del poligono che si forma e, quindi, se le lamelle sono in grado di muoversi in modo perfetto e regolare. In caso contrario, si potrebbero creare delle imperfezioni per quanto riguarda la distribuzione della luce. Del resto, nonostante i controlli, qualche volta dei difetti si riscontrano pure in quelli nuovissimi. Da non dimenticare, poi, di fare attenzione alla coassialità: se il diaframma si chiude, infatti, il centro del poligono che risulta deve rimanere al centro dell’obiettivo e non andare verso i bordi.

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