Per ottenere una buona inquadratura ed una foto senza difetti bisogna anche essere in grado di calcolare quale possa essere la migliore esposizione per la stessa. Sebbene le fotocamere digitali consentano un automatismo della questione, vediamo insieme i principali metodi di misurazione della stessa.
Inizia a scattare
L’Iso: cos’è?
L’Iso fa parte degli elementi che definiscono la quantità di luce che una macchina fotografica digitale è in grado di catturare. In particolare, in questo tipo di dispositivi indica la sensibilità del sensore alla luce. Più questo valore è alto, più è alta la sensibilità dell’apparecchio.
Scatti affascinanti con nebbia e foschia
Esistono delle manifestazioni della natura talmente intense da non potere essere evitate, ma che una “mano” esperta può rendere estremamente affascinanti e misteriose: prime fra tutti la nebbia e la foschia. Del resto, quando il cielo non si presenta limpido e azzurro, è davvero il momento di allenarsi ed imparare che ogni sfondo può celare una immagine da ricordare e allora sbizzarrirsi con un “taglio” curioso o lasciare sbucare una persona, ad esempio, dal nulla può fare davvero la differenza. Altra fotografia interessante può essere scattata dalle parti di mare, cercando di riprendere le barche di passaggio e facendo in modo che sembrino sospese e avvolte da un paesaggio senza tempo, quasi da film. Insomma il vapore negli scatti può essere altamente scenografico e non costituire, invece, un noioso contrattempo per il fotografo al lavoro. Attenzione, però alla nebbia fitta: in questo caso cercate di proteggere la vostra fotocamera avvolgendola in una busta di plastica e non sottovalutate gli effetti dell’umidità sull’obiettivo.
La composizione di una buona fotografia
Oggi esistono in commercio fotocamere per tutti i gusti e per tutte le esigenze: si può scegliere tra caratteristiche legate alla fotografia amatoriale o professionale, tra reflex e compatte e persino tra una miriade di colori. Lo stesso vale per le particolarità di ogni apparecchio di nuova tecnologia che, quasi sempre, permettono di ottenere delle immagini a fuoco ed esposte correttamente. Tuttavia questo non vuol dire assolutamente che anche se a livello tecnico sono discrete, siano in possesso degli standard stilistici e creativi di un vero esperto del mestiere. Per carità, chiunque può decidere di immortalare un luogo e un momento senza per questo essere giudicato, ma se vuole ottenere delle istantanee indimenticabili, la strada verso la perfezione è molto lunga. Si tratta anche di una questione di gusti e, quando si osserva uno scatto non tutti possono trovarlo interessante, ma alcuni criteri sono validi sempre e comunque.
L’obiettivo: funzionalità e caratteristiche
L’obiettivo è un mondo a parte, un elemento fondamentale della fotocamera con caratteristiche, funzionalità e problematiche diverse dal resto del corpo macchina. E’ formato da una serie di lenti che permettono di realizzare immagini sia luminose che nitide. Questo perchè la loro particolare funzione è quella di riuscire a convogliare e modificare i raggi in modo da ottenere un risultato ottimale: se ci si pensa bene un processo quasi miracoloso, eppure sotto i nostri occhi quotidianamente e ormai ben poco degno di attenzione. Il fenomeno in questione, praticamente è questo: la fonte luminosa quando passa da un punto ad un altro con densità differente subisce una deviazione, data dalla diversa velocità di propagazione. Il principio è detto scientificamente rifrazione.
Il diaframma in fotografia, che cos’è e come funziona
Cliccare sul tasto di scatto di una moderna fotocamera è assolutamente semplice e immediato ma, per ottenere risultati sempre più precisi, è indispensabile conoscere esattamente il suo funzionamento e le parti che la compongono all’interno, in modo da agire con le dovute regolazioni del caso. Se parliamo, ad esempio di diaframma vogliamo indicare un foro di diametro variabile che si trova sistemato all’interno degli obiettivi e regola la luminosità dell’immagine. Lavora di concerto con i tempi di scatto per determinare la quantità totale di luce che raggiunge la pellicola. Tra le altre cose, poi, riguarda la profondità di campo. Oggi anche questa peculiarità della macchine fotografiche ha subito delle modifiche, ma un tempo i primi esempi riguardavano una serie di fori su lastrine che, ogni volta, venivano inserite all’interno dell’obiettivo. Un particolare che i più grandi ricorderanno certamente.
La teatralità di un cielo tempestoso
Un cielo azzurro può trasmettere allegria e spensieratezza ad una scena, ma non è vero che condizioni meteorologiche non proprio positive, non possano regalare al fotografo degli scatti altrettanto unici, se non più affascinanti e curiosi. Una tempesta in arrivo è, infatti, in grado di trasformare la luce tutto intorno, di abbassare l’intensità dei colori e, come in un lungometraggio al cinema, donare improvvisamente alla scena un effetto cupo e teatrale che un amatore esperto saprà cogliere e utilizzare a proprio favore. In questo caso, un buon consiglio può essere quello di cercare sullo sfondo qualcosa di interessante da inquadrare e, come se si trattasse delle realizzazione di un quadro di un pittore classico, lavorare sulle suggestioni che può emanare l’istantanea. Se l’idea è quella di fotografare i raggi del sole che filtrano tra le nuvole, mai puntare su di essi l’esposimetro se cercate un effento brillante. Stesso discorso si può fare nel caso della schiuma del mare che si infrange contro gli scogli. Regola fondamentale da ricordare, ancora, è quella che riguarda il cielo che, in questo caso, essendo moto scuro, con l’esposimetro sarà sovraesposto.
Fotografare osservando i dettagli
Quando si vuole fotografare una scena, può essere importante anche un solo dettaglio che è in grado di “riassumere” a meraviglia il contesto. Una grande roccia erosa dal vento e ricoperta di vegetazione, a patto che sia particolare, può ad esempio rendere l’idea di una intera vallata. Allo stesso modo, invece, la perfezione e il colore di un fiore, può fornire la sensazione di un enorme campo interessato dallo stesso tripudio cromatico. Uno spruzzo di una cascata, ancora, abbreviando il tempo di esposizione, può essere fermata a mezz’aria e regalare a chi osserva lo scatto, quell’emozione dello scorrere dell’acqua semplificata in una frazione di secondo. Un pò come dire “tutto si muove”, ma il fotografo è riuscito a catturare l’attimo e questa si chiama vera fotografia. Allo stesso modo se, invece, ciò che si vuole comunicare è l’incessante movimento della natura, un tempo espositivo più lungo, fornirà il giusto risultato. In ogni caso, è necessario utilizzare un cavalletto o un timer automatico per evitare anche il più piccolo movimento della fotocamera.
Osservare una foto “da sinistra a destra”
Il soggetto di una fotografia andrebbe sistemato verso sinistra in una inquadratura, perchè è proprio lì che cattura più facilmente l’attenzione dell’occhio dell’osservatore. Del resto, se viene ripreso al centro esatto, chi guarda l’immagine tenderà a trascurare tutte le altre zone. Un fatto già noto da secoli, tanto che, infatti, nelle culture occidentali si legge da sinistra verso destra, seguendo i medesimi principi basilari. Magari si può far sistemare il protagonista dello scatto nel mezzo della messa a fuoco, ma poi l’immagine va ricomposta. La maggior parte delle fotocamere moderne, hanno questa caratteristica incorporata e basta una leggera pressione sul pulsante di scatto, per bloccare la stessa messa a fuoco.
Dalla pittura alla fotografia, con la regola dei terzi
E’ utilizzata nella pittura da secoli e, piano piano, è stata presa come principio fondamentale per la buona riuscita di una fotografia. Estremamente conosciuta nel settore, la cosiddetta “regola dei terzi” serve a creare una immagine equilibrata ed armoniosa, decentrando la posizione del soggetto. Una istantanea dove l’occhio è costretto a guardare soltanto nella parte centrale, appare statica e prevedibile. Bisogna, invece, immaginare che il proprio schermo fotografico e di messa a fuoco, sia diviso in nove ipotetiche parti di una griglia, un pò come nel gioco del tris. Qualunque sia il soggetto della foto: una casa, una montagna, un animale, durante le fasi di inquadratura, basta fissarsi su di un punto di intersezione di questo schema. Le prove e l’esperienza, faranno rendere conto a chi sta dietro l’obiettivo che la regola vale sia per una immagine orizzontale, che per una verticale e risulta molto più efficace di una classica composizione centrata.